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Civitella del Tronto è un comune di 5400 abitante, fa parte dell’Unione dei comuni della Val Vibrata ed è incluso nel novero de I borghi più belli d’Italia, posizionata su di una rupe rocciosa di travertino. Il territorio è sovrastato dalla fortezza, ultimo baluardo dei Borbone di Napoli e del Regno delle Due Sicilie, famosa per la strenua resistenza opposta al comando piemontese arrendendosi solo tre giorni dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia. Il territorio è attraversato dal fiume Salinello e dal torrente Vibrata. Le origini di Civitella del Tronto sono poco chiare, anche se in località Ripe di Civitella e nelle grotte Sant’Angelo e Salomone, sono stati rinvenuti reperti risalenti al Neolitico e al Paleolitico superiore. Studi più approfonditi ritengono che il territorio sorga sull’antica area della picena Beregra. La prima testimonianza storica certa risale all’anno 1001 quando Civitella viene citata come Tibitella in un atto notarile rogato nella città di Penne. Per gli storici Civitella avrebbe avuto origine nei secoli IX-X, nel medioevo, come città fortificacata naturalmente per sfuggire alle scorribande ungare e saracene.

Diversi sono i siti che ne testimoniano l’antica storia, fra questi si segnalano le chiese di San Lorenzo, San Francesco, Santa Maria degli Angeli, il Santuario e convento di Santa Maria dei Lumi ed infine l’Abbazia di Santa Maria di Montesanto. Ma la vera attrattiva resta la splendida fortezza con all’interno il museo delle armi.

La fortezza di Civitella del Tronto è un’opera fortificata eretta per il controllo del territorio con funzioni tattiche e difensive. La struttura è sorta a protezione dell’area che sovrasta il centro di Civitella. Il complesso rappresenta una della più importanti roccaforti del Viceregno di Napoli ed è testimonianza delle imponenti opere di ingegneria militare realizzate sul suolo dell’Italia meridionale. La superficie complessiva dell’opera è di 25.000 mq. Con i suoi 45.000 visitatori annui è il monumento più visitato d’Abruzzo. Il sito è principalmente ricordato per essere stato l’ultimo baluardo del Regno delle due Sicilie che si arrese ai Piemontesi il 20 marzo 1861, tre giorni dopo l’incoronazione del Re d’Italia Vittorio Emanuele II. All’interno delle costruzioni destinate alle cucine e alla mensa, è situato il Museo delle Armi e delle Mappe Antiche. I suoi ambienti si compongono di quattro sale espositive che raccolgono mappe, armi ed altri oggetti legati alla storia e alle alterne vicissitudini del forte. Nella prima sala vi sono raccolti gli oggetti più moderni, tra i quali un elmo papalino, documenti e armi sia garibaldine che di Casa Savoia. Nella Sala Risorgimentale si trovano esposte armi degli eserciti borbonico e Sabaudo. La terza sala accoglie il cippo confinario che segnava la linea di confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie. Nella Sala Rinascimentale vi sono custodite le armi più antiche dell’esposizione.

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