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Teramo è un comune di 54.500 abitanti capoluogo dell’omonima provincia in Abruzzo. La città è sede universitaria e vescovile e ha origini molto antiche riconducibili ai Piceni e ai Pretuzi, che dominavano fino al III secolo a.C., prima del dominio romano, l’area di Aprutium, da cui il termine Abruzzo. Teramo è situata nella parte settentrionale dell’Abruzzo, nella Val Tordino, in una zona collinare sotto le pendici del Gran Sasso, che digrada verso la costa con una ricca vegetazione composta da vigneti e oliveti. La città sorge alla confluenza del fiume Tordino con il torrente Vezzola che gingono il suo centro storico. Proprio per la sua collocazione geografica venne definita dai Fenici con il nome di Petrut, con il significato di “luogo elevato circondato dalle acque”. I Romani la chiamarono Interamnia Urbs “città tra due fiumi”, con riferimento al Tordino e al Vezzola e fu detta Praetutium. In epoca medievale, da Praetutium derivò Aprutium che fece la sua comparsa in documenti del VI secolo e che per qualche tempo avrebbe designato sia la città, il Castrum aprutiense, che il territorio circostante per estendersi quindi all’intero Abruzzo. Il nome Interamnia si trasformò invece in Interamne, Teramne e Interamnium, Teramnium per giungere infine, all’inizio del II secolo d.C., alla forma Teramum. E’ quindi fondata ipotesi di numerosi storici che il nome della regione Abruzzo derivi proprio da Aprutium, anche per l’importanza che la contea omonima ebbe.

In quel grande affresco che è la provincia teramana, fitta di paesi, borghi e resti archeologici, si possono ammirare prospettive diverse, ma sempre ammalianti, di distese campestri. In questa terra l’ambiente testimonia le regole di un vivere assai antico, con i resti che rimandano ad arcaici riti e a forme di vita che affascinano nel silenzio assordante di una natura ancora per molti aspetti incontaminata. Teramo adagiata su una lingua di terra è depositaria di una storia antica e nelle sue viscere si conservano le testimonianze dell’antico villaggio protostorico. Tra le solide mura in calcare e laterizio risuona ancora il pulsare della vita e dell’antica urbs. La città è piena di tracce di un passato ricco di fasto e di stagioni ammiccanti che vanno dal muro curvilineo dell’anfiteatro, ai maestosi archi del teatro antico, al piano pavimentale della domus, entro cui troneggia la grintosa presenza di un leone azzannante la sua preda. Una ricchezza che può essere ammirata anche nella bellissima Cattedrale di Santa Maria Assunta, la cui costruzione fu iniziata nel 1158, un tempo spettatrice delle contesse fra le due antiche famiglie dei Melatino e dei Mazzaclocchi. Nel territorio circostante, all’ombra del Gran Sasso, si possono ammirare altri gioielli di antica arte: San Giovanni ad Insulam, Santa Maria di Ronzano, Santa Maria a Vico, Santa Maria di Propezzano, Chiesa di Sant’Anna dei Pompetti, Chiostri di diverse collocazioni storiche, Casa dei Melatino, Casa Urbani, Casa Catenacci ed ex teatro comunale.

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